Prato riprende il percorso sulla relazione fra qualità urbana e salute, riattivandosi all'interno della rete Città Sane.
Suscitare e alimentare, in ogni persona, maggior consapevolezza su
questa connessione così profonda e determinante per l'esistenza
di ogni essere vivente, è un primo obiettivo. Perché
una “città sana” è anche il risultato
di una miriade di piccole azioni quotidiane che possono segnare e
influenzare positivamente ogni frammento di spazio urbano.
Le piccole azioni, i comportamenti, le scelte e gli stili di vita
che caratterizzano sia il nostro abitare che il nostro operare quotidianamente
nella città, costituiscono la premessa indispensabile per raggiungere,
mantenere e sviluppare questo obiettivo.
Bisogna partire dalla trasformazione profonda di ognuno di noi per sciogliere il paradosso che a maggior conoscenza e consapevolezza dei complessi intrecci che determinano malattia e città che ci fanno ammalare, non sempre corrisponde un cambiamento concreto e coerente delle politiche, ma anche dei nostri modi di vivere e di abitare.
Si vive ancora in “cattività” per questo ci si ammala nelle nostre città malate. Curarle può portare molte persone a intraprendere un percorso verso la propria guarigione.
E non a caso Prato organizza questa iniziativa, rivolgendola verso
sé stessa, cioè al personale tecnico e politico che
opera all'interno del Comune. Infatti non c'è settore funzionale
dell'Amministrazione Comunale che non sia più o meno direttamente
coinvolto da questo tema. Ognuno ha un peso e un ruolo che dovrebbe
essere costantemente rivisto, verificando la qualità della
ricaduta delle proprie azioni nell'esistente, per contribuire a trasformare
positivamente e creativamente la città.
L'esigenza di definire le modalità più appropriate per un lavoro comune e coordinato, filtra chiaramente nell'aver messo in relazione tra loro promozione della salute (Città Sane), e sviluppo sostenibile (Agenda 21 Locale). Un intreccio questo che esprime le coordinate di fondo su cui Prato intende muoversi per cominciare, concretamente, a costruire una diversa cultura della salute e della città. Quello “locale ” è un livello strategico d'intervento, se attento e consapevole d'essere parte di un tutto. Ma la relazione costante fra grande e piccola scala dovrebbe riguardare anche lo stesso territorio e la realtà comunale. Quartieri, circoscrizioni, frazioni, scuole...sono micromondi che racchiudono spesso un mosaico di persone, di nuove soggettività, ricche di progettualità stanno trovando interlocutori attenti e pronti a trasformare le loro esperienze in progetti per rendere sana e bella la città. Cioè per trasformarla in una realtà che rispecchia pienamente la naturalità di ogni tempo dell'esistenza.
Già si crede di avervi posto piede, ma no, questa non è che la città-vestibolo, figura e annuncio della vera, così come il sogno minore lo è del grande sogno…
Cristina Campo, Il flauto e il tappeto